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Coronavirus – Lettera aperta al Mondo

Coronavirus, avevamo tutto e non lo sapevamo – Lettera aperta al Mondo

Sono nella mia stanza, è una domenica primaverile ma non è possibile uscire perchè una pandemia stà stravolgendo l’umanità

Stavo leggendo quando la prima nota di “Nuvole Bianche” di Einaudi fa capolino nel mio timpano.

Ad un tratto davanti ai miei occhi appaiono delle immagini, un continuo time lapse di tutto ciò che ha fatto parte della mia vita.

Davanti ai miei occhi passano i paesaggi incontrati lungo i miei viaggi, gli sguardi timidi delle persone sotto una metro di Londra, i sorrisi dei bambini su un’isola sconosciuta dell’Indonesia, il braccio di ferro con mio papà, le risate con mia mamma e gli scherzi di mio fratello.

Davanti a me vedo passare delle nuvole in corsa, dei fili di erba illuminati dalle prime luci dell’alba, le corse tra le montagne con i miei cani, le aurore boreali, i fiumi in piena ed i laghi limpidi.

Davanti ai miei occhi ci sono cieli stellati.

Ma poi vedo anche i momenti scuri, le lacrime ed i pensieri che mi trattengono nell’angolo della camera.

Avevamo tutto e non lo sapevamo.

Il bene ed il male, i sorrisi e le paure.

Avevamo tutto e non lo sapevamo

Ora siamo qui, costretti in una gabbia d’oro ad aspettare che arrivino tempi migliori, ad aspettare che tutto questo vada via; siamo qui ad attendere il momento in cui ci diranno che sarà tutto finito.

C’è chi lamenta la noia, chi non ce la fa a restare a casa, chi non ce la fa a guardare un mondo che continua a girare senza di lui;  poi vedo gli uccelli che volano indisturbati, i delfini che tornano nei porti, i colori della primavera e la natura che esplode.

Il mio cuore si riempie.

Apprezzo tutto questo, lo ammiro dalla finestra di casa, lo attendo e sono grata perché questo è quel tutto che pensavamo di non avere ed invece era ad un palmo di mano.

Non abbiamo mai apprezzato, non ci siamo mai fermati a guardare il cielo… eravamo li intenti a sbirciare la vita di qualcun’altro sul nostro smatphone, ci preoccupavamo di circostanze e cose inutili, incuranti di ciò che ci circondava.

Solo una domanda mi viene in mente, siamo certi che stavamo vivendo sul serio?

Io, ad oggi, non credo. Il nostro era semplicemente un sopravvivere.

Ci mancava il tempo per fare le cose, invece avevamo tutto il tempo del mondo

Ci mancava lo spazio, invece avevamo prati, piazze, strade e giardini.

Ci mancava qualcosa sempre  e invece l’avevamo a portata di mano.

Ora, cosa intendi fare quando tutto questo finirà?

Permettimi di darti un consiglio, da sorella.

Non tornare indietro sui tuoi passi, non tonare quella persona insensibile, non tornare ciò che eri prima di tutto questo.

Evolvi. Sii grato. Ringrazia di essere qui.

Lascia che quello che ti è mancato entri nel tuo universo; avrai davvero tutto ciò di cui hai bisogno.

Con tutto l’amore che ho

Giorgia  

Nata a Frascati vicino Roma, Classe 1985 ha vissuto per 34 anni la vita degli altri poi ad un tratto il famoso treno di cui tanto se ne parla, è passato e lei lo ha preso al volo, fregandosene da ciò che la società le stava imponendo ed uscendo finalmente dalla comfort zone. Oggi gira per il Mondo, organizza viaggi di gruppo e viaggi fotografici lavorando da remoto per BeeTourist.com come Travel Designer, Tour Leader e Content Creator.

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